Wednesday, July 18, 2007

Ritorno... con compiti...

Davide: ehmmm... si può?
Rasha: si può si può... è un po' che non ci si sente he?
D: sip, diciamo che stavo cercando di ricostruire qualcosa... realmente... non solo mentalmente.
R: del tipo?
D: beh un po' tutto. Amici, amiche, ex...
R: in quest'ordine...
D: nono... un po' tutto alla volta, per questo tanto occupato :)
R: dal nulla al troppo.
D: beh troppo no, quello no. Devo ancora sistemare moooolte cose. E sicuramente meglio iniziare dalla più importante in questo momento.
R: uhmmm ho paura di chiedere qual è.
D: beh si. Già lo dicevo al principio... mille modi, qualsiasi, adesso che ne sono sicuro, che mi è mancata lo sufficiente per riempire una vita, sono qua per lottare.
R: ok, e come va la lotta?
D: ovviamente difficile... diciamo che ci siamo spiegati molto, moltissimo, negli ultimi due mesi. Ci sono stati momenti molto tesi, intensi (positivi e negativi) e dolci. Beh, lei anche dice che è facile adesso avere momenti belli, siamo come una coppia all'inizio, quindi è facile. Il difficile viene con la routine dice.
R: ed è vero?
D: beh si e no. Nel senso che abbiamo capito cosa non andava prima. Lei stessa adesso si sente indipendente. Le piace fare cose per conto suo o con altra gente, vuole il suo spazio. E quindi forse così si va anche meno verso la routina. Prima o poi ovviamente si avranno momenti routinari peró sono sicuro che sapremo uscire da questi momenti. Alla fine basta poco, un minimo sforzo, una piccola sorpresa, una piccola novità... ci sono così tante cose cavolo da fare, vedere, sentire che sembra impossibile arrivare ad uno stato routinario.
R: che mas?
D: beh, sta in questo anche che la coppia contribuisca. Alla fine come sempre è solo questione di dialogo. E di pura e semplice inteligenza di coppia. Siamo e sono soprattutto una persona ignorante in molte aspetti della coppia, sempre c'è da imparare... e a me che piace imparare e capire cose nuove, pues dovrei pensarci di più, sforzarmi di più nel scoprire e ricercare nella piccola società formata da due persone che si amano. Alla fine deve essere un mondo affascinante, metterci la giusta attenzione e osservando credo che si arrivi a capire molto.
R: può darsi.
D: Sicuramente... ad esempio adesso la osservo molto di più, le chiedo molto di più (a volta anche troppo :)), nel senso di spiegazioni su determinati atteggiamenti. Alla fine posso sembrare pesante, peró semplicemente è per capire e le prossime volte chiederò un po' meno. E poi ho scoperto che più la guardo, più mi piace osservarla.
R: quindi le cose stanno andando bene... tutto a gonfie vele?
D: no. Direi di no. A volte si litiga. A volte molto.
R: e perché? Perché te ne sei andato?
D: non tanto su quello. Anzi lei mi dice che molte cose le può anche capire. Che può arrivare a capire anche il fatto che me ne andai di casa. Peró non arriverà mai a capire perché il giorno che aveva bisogno di me, io la delusi... anzi peggio, la trattai male, molto male.
R: e quindi lei non te lo perdona... e magari non te lo perdonarà mai.
D: esatto.
R: quindi siete a un punto morto.
D: si... domenica mi ha detto che preferisce non vedermi più che vuole prendersi un periodo di libertà per pensare... perché così non può continuare... ogni volta che ci ripensa, non crede in me e in noi ovviamente. E vuole vedere se con la distanza, il suo rancore passa e la mancanza vince.
R: e quando non ci pensa?
D: quando non ci pensa, stiamo stupendamente... un fine settimana mi ha fatto una sorpresa dopo l'altra!!! Tutte assolutamente inaspettate... ero l'uomo più felice del mondo!! Non solo per le sorprese in se, soprattutto perché era la prima a voler che le cose si sistemassero... credeva molto in noi... e ci siamo divertiti moltissimo!!!
R: uhmmm peró non si può non pensare... sempre sarà li...
D: spero di no... e poi sta settimana era il suo compleanno, e poi venivano le vacanze insieme e poi separati... aveva fatto un calendario di attività...
R: quindi niente di tutto questo...
D: beh quando me l'ha detto ho pensato subito al compleanno... non vederla per il compleanno... difficile da accettare, pero se lei vuole questo per migliorare la relazione e dargli un progetto un po' più stabile, nel bene e nel male, devo accettarlo. Peró ci sono rimasto male si... e poi mi ha detto che aveva già organizzato con amiche... quindi non pensava vedermi... ho pensato allora che era qualcosa a cui stava già pensando da prima... e ci sono rimasto ancora più male... e gliel'ho detto.
R: e lei?
D: beh ovviamente lei ha tutti i suoi motivi... siamo in una situazione di stallo dice lei. Non si va avanti e non si va indietro. Non si va avanti perché gli ho fatto molto male nel momento del bisogno e non si va indietro perché in fondo mi ama...
R: questo dice lei?
D: uhmmm beh di amarmi lo dice si credo... peró non mi dice "ti amo"... sempre per il rancore che porta dentro... dice che non sarà mai come era prima, che qualcosa si è rotto, non potrà sentirsi come si sentiva prima della crisi. Questo è vero... non sarà come prima, peró io spero vivamente che sarà meglio di prima. So che possiamo farlo, almeno io so che quando mi sento bene, come adesso, posso dare tutto quello che ho. E visto quello che è successo e quello che ho capito, conto che le prossime volte sappia essere più me stesso, più cosciente delle mie azioni e delle conseguenze. Peró questo dipenderà molto da come evolve sta situazione di stallo che lei vuole smuovere, nel bene o nel male come dicevo.
R: e propone anche qualche soluzione?
D: beh mi ha assegnato un compito.
S: ti do dei compiti. È importante. Voglio che analizzi quello che è successo a Sant Jordi, e che rifletti su come e perché ti sei comportato come hai fatto. E se ancora sei capace a giustificarti.
D: ehmmm non ho capito... vuoi un informe scritto?
S: anche o puoi parlane con Rasha.
R: ah quindi sei qui per questo.
D: si anche.
R: e come vuoi parlarne?
D: beh... realmente già ho iniziato un po' a parlarne con lei... mi ha fatto un po' da vice Rasha.
S: bueno, niente, che mi manchi
D: anche tu... anche troppo la verdad.
S: perché troppo?
D: perché se poi alla fine decidi che non puoi sopportare quello che è successo... pues mi sentirò una doppia m...
S: perché?
D: perché fondamentalmente è colpa mia
S: bueno, dagli errori si impara :) anche io ho dovuto ammettere i miei errori ad ogni modo, come va l'informe? ;)

R: quindi parlando avete almeno capito cosa andava male in passato...
D: si moltissimo... ed evidentemente il trucco sta giustamente in questo... parlare, parlare, parlare.

D: pues ordinando le idee. Rasha non aiuta molto stamattina.
S: ?
D: credo che il meglio lo da durante la notte.
D: :) il parlare a me stesso... ci riesco meglio la notte...
S: puó darsi. Ieri non lo hai fatto
D: cosa?
S: ieri notte, parlare con te stesso...
D: ? chi ti dice che non l'ho fatto?
S: ah siccome parlavi solo di stamattina... in ogni caso, io non ti colpo del fatto che ti sentivi male, o persino che te ne sia andato per chiarirti... questo io posso anche capirlo. quello che non giustifico é il modo in cui ti sei comportato i mesi dopo.
Ed é quel periodo quello che mi ha provocato i dubbi, perché ho visto un aspetto di te molto oscuro, che non sapevo che esistesse, e che non so quando riuscirá, visto che nemmeno tu lo controlli.
D: già. l'ho capito e ci sto lavorando. Suppongo che è stato solo perché volevo distanziarmi, magari è stato come un atto vigliacco
S: ok, ma non puoi trattare con questa freddezza e persino crudeltá una persona che ami o hai amato, per quanto ti voglia distanziare.
D: se ti facevo del male, magari tu mi cacciavi... perché io non ci riuscivo del tutto, non dico che sia così peró penso anche a questo
S: giá, vedi che ho ragione quanto dico che hai un lato un pó vigliacco :) non sai affrontare gli ostacoli.
D: o meglio, gli affronto male, pensando di non far male, quando realmente ne faccio di più, è abbastanza dovuto alla incapacità di capire del tutto le emozioni degli altri.
S: giá... mancanza di empatia...
D: già... sempre detto no? mancanza di empatia...
S: a ver, io pure sono poco empatica, sono di quelle che non ascoltano. Pero lo so e quindi mi sforzo del contrario
D: già, la questione era solo rendersene conto. Peró probabilmente non me ne sono mai reso conto. Fino a quando cataclisma fu e da li suppongo che qualcosa ho capito... per questo spero non succeda mai più in futuro e proverò a che non sia mai più così e in questo vieni anche tu...
S: io spero che le mie parole siano servite a fartelo vedere... almeno cosí mi sento utile :)
D: nell'aiutarci. Esatto. Io posso aiutare nel parar le discussioni, tu magari nel farmi capire quando devo essere più "empatico".
S: :) puó darsi...
D: o semplicemente più aperto nella comprensione sociale. questo è meglio che parlare con Rasha :)
S: si, é che a volte ho la sensazione che preferisci isolarti dal mondo perché non trovi un riscontro "pari" a te, intellettualmente o socialmente. Pero va bene anche mescolarsi con eprsone diverse, non devono per forza essere uguali a te.
D: già... pero difficile integrazione. Non ce la faccio sempre o meglio quasi mai.

R: quindi continuiamo su sto punto no?
D: si... ho una capacità di annoiarmi abbastanza rapidamente quando non mi sento a mio agio. Non so bene se annoiarmi è la parola giusta, mi sento come in un posto non mio... che invece di stare li e non star bene, potrei star facendo mille altre cose molto più interessanti... e alla fine non "disfruto" ed è ancora peggio.
R: ed è sempre così dici?
D: beh realmente no... quando riesco a non pensare che non mi sto divertendo, poi magari mi diverto pure, come a San Juan. In mezzo a gente assolutamente diversa dal mio intorno... peró alla fine lasciandosi un po' andare ci si diverte molto... se sono passato dal sonno impressionante delle 3 a resistere fino alle 7 e mezza... e avrei anche potuto continuare volendo.
R: quindi basta pensare meno... o meglio pensare meglio e ricordarsi che alla fine ogni intorno è divertente, interessante, utile, solo è questione di riconoscerlo e sapersi adattare.
D: questo si...
R: peró stiamo uscendo dal tema importante... il compito...
D: si qua stiamo un po' divagando... poi S si arrabbia :)
R: torniamo al tuo stato "malvagio".
D: si... probabilmente ha ragione S... sono incapace di affrontare "de cara" alcuni problemi.
R: e quindi che successe a san jordi?
D: beh... semplicemente litigammo e mi desse un ultimatum, una scelta definitiva... i libri si vedono solo con me o niente più noi due...
R: e tu?
D
: e io non capii bene la cosa... non capii che era importante... che era una prova per vedere, a quel punto della nostra relazione, cosa ero disposto a fare per lei... e la delusi... non pensai, pensai solo alla scelta più facile... la non scelta... come sempre... tra scegliere una cosa e l'altra, io non scelgo... o meglio, sono incapaci di vedere più in la della semplice scelta, non vidi in questo caso che era una prova verso di lei. Ripensandoci adesso con calma, realmente non mi capisco.
R: e come mai pasó?
D: non lo so... era un periodo che pensavo principalmente a me... non vedevo più in la... mi sentivo tan solo che avevo bisogno di me stesso. E pensai è solo fare un giro la mattina e poi dopo ci si vede... nessun problema...
R: non sarebbe stato nessun problema se fosse successo in un altro momento... pero quello non era il più appropriato.
D: si decisamente... pero non ci pensai. Mi sembrava tanto normale, non sono riuscito a capire quanto potesse essere "impactante".
R: e quindi dopo?
D: beh me ne andai incavolato... molto incavolato... pero senza pensare a che conseguenza tutto questo avrebbe causato... sono riuscito a non pensarci, semplicemente e non so perché, non ho pensato al futuro... che stava causando quella discussione? Pues non lo so... non ci pensai... più ci penso più non so bene come abbia potuto uscire di li e non pensare a cosa sarebbe successo a partire da quel giorno, solo ero arrabbiato. E probabilmente pensavo che non l'avrei più vista, non so bene...
R: e il giorno dopo...
D: il giorno dopo mi arrivò un messaggio che diceva "aceptamos pulpo, puoi vedere i libri con lei, io esco alle 6.30".
R: e tu?
D: e io niente, non guardai il telefono fino a dopo pranzo... e trovai il messaggio, varie chiamate perse e un altro messaggio che diceva che sua nonna stava peggiorando e un altro che diceva che era morta.
R: e tu?
D: e io le ho scritto che mi dispiaceva molto... peró già con la rabbia del giorno prima, non accettavo che mi dicesse una cosa la sera, un ultimatum su cosa potevo o non potevo fare e poi accettava la mia scelta... Adesso che lo scrivo mi sembra assurdo... pero quando ero li non ci ho pensato. Deve aver fatto uno sforzo non indifferente per accettarlo e io mi arrabbio ancora di più. O meglio, ero indifferente ai suoi sforzi, ero in uno stato di incapacità di vederlo... avevo questo atteggiamento di indifferenza che assumo quando ho paura di far male, quando preferisco non rispondere, non esprimermi, sti silenzi assurdi miei, rimango chiuso in me stesso, esprimendo freddezza più assoluta... quando realmente non sono così, o sono stato così perché probabilmente avevo paura di fare qualsiasi mossa per spezzarlo per sempre... E adesso pensandoci e scrivendoci su... è facile vederlo... soprattutto io che dico spesso mettiti nei miei panni e vediamo come tu ti sentiresti... cavolo lo dico, pero non so perché in quel momento non lo feci... come mi sarei sentito io se la persona che amo mi risponde con una freddezza allucinante?
R: ok risponditi!
D: suppongo che non l'avrei perdonato no... avere di fronto una persona che ti risponde con freddezza è la cosa peggiore che possa passare a un innamorato...
R: pero a ver... tu non eri anche innamorato? Lei stessa ti dice, se ami o hai amato una persona, come fai a comportari così?
D: per paura forse, perché non sai bene cosa fare, qualsiasi parola, gesto o fatto può cambiare il mal equilibrio e sbilanciarsi verso una posizione assolutamente non voluta... quando mi attaccano i sentimenti, mi chiudo moltissimo, divento freddo, assolutamente opaco, non si vede niente, quando realmente dentro si che c'è qualcosa... pero, come si dice spesso, se tolgo la corazza la gente vede come sono e potrebbe attaccarmi, scoprirmi...
R: pero se eri innamorato non vedevi tutto questo?
D: non del tutto... anzi poco o niente... come dicevo, ero così perso che vedevo solo me stesso e non volevo prendere decisioni così drastiche da solo... non volevo sentirmi il completo responsabile di quello che stava succedendo... prendere non decisioni e aspettare che il momento passi senza troppa burrasca... come dice S, comportamento da pusillanime... pero si, probabilmente nei rapporti sociali e soprattutto amorosi sono stato un pusillanime. Ho preso decisioni poche volte in vita mia nei miei rapporti, forse anche perché sono abbastanza un inesperto in queste cose... questo si, ho avuto le mie idee sulle relazioni e per come le ho vissute, direi che ho scelto bene, pero mi da poca capacità di gestire le situazioni problematiche... anche perché non me ne rendo totalmente conto, non avendole provate, non so bene come ci si sente.
R: e quindi...
D: per questo anche parlando con S, che lei è più empatica di me, dovrei pensare e saper capire meglio le situazioni e soprattutto i sentimenti, miei e degli altri, perché se no rimango quello che sono. E ultimamente ci sto provando eh... almeno credo...
R: S che dice? Ci stai provando realmente? Lo nota?
D: beh non lo so... dovrei chiederglielo.
R: ok, domanda per S allora... continuiamo con il racconto, ti senti ancora di giustificare le tue azioni?
D: in quel momento mi sembrava la cosa meno sbagliata... come sempre non penso al giusto o sbagliato... penso solo, se non faccio niente, sicuramente sbaglio meno... come sempre...
R: e che successe?
D: beh disse che si sentiva sola in quel momento... e il mio gran messaggio è stato di andare a una sede di una ong che c'era molta gente e poteva dare una mano.
R: uh? e non hai pensato che si riferiva a che voleva vedere te?!??!?
D: adesso si, pero allora credo che ero in uno stato di nebbia assoluta... visto che aveva detto la sera prima che non voleva più vedermi, che mi voleva obliglare a fare qualcosa che mi sembrava ingiusto, mi sentivo col diritto di fare un po' quello che volevo.
R: e ti sembra giusto? S diceva che l'altra sera lo giustificavi di nuovo...
D: mi sono sentito attaccato... attaccato per qualcosa che non mi aspettavo... e sono rimasto paralizzato dall'attacco... e la prima cosa a cui ho pensato è stata difendermi... e quando ancora ero in sto stato, mi ha parlato di un altro argomento... e ancora ero nello stesso stato... e mi son difeso...
R: e cosi sarà guerra per sempre.
D: già... peró sono cretino, perché oramai dovrei saperlo... lei attacca, peró lo fa solo per un momento di rabbia, in questo è focosa da buona siciliana :) non so perché peró io mi aspetto che quando attacca, lo faccia con un attacco definitivo, costante e infinito che vada progressando sempre in peggio... mentre lei non è così, lei attacca subito... poi si parla e ci si calma e ci si capisce... se fossi capace di pensare un po' prima di contrattaccare, le cose andrebbero diversamente.
R: spiegati meglio...
D: Lei appena lo pensa, attacca al massimo delle sue capacità e poi si raffredda... mentre io mi aspetto un attacco leggero e poi che vada peggiorando... per questo contrattacco subito, perché se dall'inizio è già così potente, se mi lascio calpestare, poi mi calpesterà ancora più forte quando l'attacco aumenti... pero lei non è così, lei attacca subito potente... se riuscissi a tranquillizzare le cose da subito o quasi, le cose si discutirebbero molto meglio... e questo è qualcosa che dobbiamo provare a fare... e qua si che ho sbagliato in passato.
Anche quando successe la cosa di Sant Jordi, attaccò subito, "o vai solo con me o non ci vediamo più"... e poi scese il livello, "aceptamos pulpo"... peró non pensai e non capii niente, solo contrattaccavo, e siamo arrivati a sto disastro.
R: e quindi come puoi dire che, al prossimo problema, non farai la stessa cosa?
D: come faccio a prometterlo... beh so già cos'è successo, so quanto tutto questo ha modificato la relazione, quanto la sta "afectando", quanto discutiamo su sto punto... e sono disposto a superarlo tutto... non voglio ritornarci... già mi è bastata una volta, mi sento terrorizzato per quello che potrà succedere, pero sentire quella sensazione di malessere, perdita, completamente spaesato, non voglio più sentirla. Voglio sentire che mi ama totalmente, come a volte lo sento, sentire che siamo allegri dentro... il cuore e la mente in pace... scossi sola dalla passione. E che lo vedo così bene il futuro adesso che non voglio perdermi niente... ho così tanti piani in testa da fare con lei che non riesco a immaginarmeli senza di lei... e soprattutto adesso... adesso che la vedo molto più donna... più indipendente, la adoro, puff quanto l'adoro, ogni giorno un po' di più si. SCUSAMI!
D: e vorrei finire l'infome con un disegno... domenica mattina mi sono svegliato presto e mi sono messo a fissarla... e devo ammettere che ultimamente lo faccio spesso... non voglio perdermi neanche un minimo dettaglio di lei... e l'altra mattina credo di essere stato a guardarla un bel po'... lei non si è svegliata... pero sono stato un po' li a guardarla e mi è rimasto impresso uno schizzo di una parte del suo profilo... non faccio altro che pensarci... mi è rimasto in mente quasi come una forma geometrica perfetta... una doppia curva e una linea che appena si toccano... vediamo se riesco a riportare lo schizzo su un disegno... a ver come sale...





Friday, May 4, 2007

Sesso?

ore 12.31
R: ciao.
D: ciao.
R: nessun commento esterno oggi.
D: si ho visto.
R: che effetto ti fa?
D: beh, ogni giorno temo di perdere definitivamente il contatto con la ex.
R: devi avere pazienza.
D: si, ne ho.
R: quindi...
D: quindi bene. Tra l'altro mi ha detto che è venuta a cercarmi l'altro giorno al lavoro. Voleva farmi una sorpresa, darmi un bacio ed andarsene. Peró io già ero andato via. Mi è dispiaciuto.
R: ah... quindi, prossimi passi?
D: da parte sua, mi ha detto che magari mi farà altre sorprese... vediamo... Io di sorprese pensate ne ho molte, peró non voglio aver fretta. Vediamo se oggi riesco a farne una... facile...
R: uhmmm, credo sia una buona idea?
D: questa si.
R: bene, di cos'altro vuoi parlare?
D: uhmmm, sesso?
R: ah non so, dimmi tu...
D: argomento critico...
R: già.
D: vediamo, magari un primo approccio...
R: sicuro?
D: no, cambiamo allora, facciamo decisioni.
R: ok. Dimmi.
D: ne stavo giusto parlando l'altro giorno. Mi han criticato perché si dice che non so prendere decisioni. Può darsi, peró solo quando riguardano altre persone.
R: in che senso?
D: beh, io posso prendere decisioni che riguardano me stesso e che non creano problemi ad altri abbastanza rapidamente. Quelle che non so prendere e ci metto un bel po' per decidere (e magari neanche decido, anzi aspetto che gli eventi decidano per me) quando sono decisioni che riguardano o involucrano altra gente.
R: uhmmm, e questo come lo vedi.
D: ovviamente lo vedo male. Suppongo che è anche per questo che a volte divento super egoista ed empatico. Se non vedo come incidono sugli altri, metto all'oscuro questo pensiero, allora prendo decisioni rapide e solo per me. E ovviamente gli altri ci rimangono male.
R: quindi vediamo un po', ricapitolando. Prendi decisioni per te quando riguardano solo te e non altri, ad esempio quando riguardano il tuo lavoro.
D: estatto.
R: peró quando riguarda anche altra gente che ti sta intorno, allora non decidi, aspetti che gli eventi decidano per te... e lasci correre.
D: esatto. E se prendi una decisione che fa male ad altri, divento super egoista per non dover soffrire della mia decisione.
R: cioé?
D: cioé, generalmente mi sono ritenuto sempre abbastanza altruista. Mi ha sempre fatto bene vedere gli altri contenti, forse più di vedere me stesso contento. Se vogliamo è anche una forma di egoismo, per sentirmi meglio, devo far in modo che gli altri si sentano bene con le mie azioni. Peró ci sono casi estremi, quando faccio qualcosa che fa soffrire una persona, divento egoista per non dover soffrire del suo suffrimento. In parole povere, probabilmente sono sempre egoista, in un senso o nell'altro.
R: può darsi.
D: quindi? che devo fare? Qualunque cosa faccia, sarebbe un male. Se non decido, gli eventi vanno dove vogliono. Se decido, magari faccio del male a qualcuno e per non soffrire, magari gli faccio ancora più male. Non c'è soluzione logica al problema. Un computer rimarrebbe in stallo permanente... un po' come faccio poi io alla fine... in stallo, non decido... esco dal loop perché un evento non previsto fa saltare il ciclo e porta a una soluzione non di stallo e gli eventi proseguono.
R: già... devi trovare una soluzione differente per cada caso. Comunque vada alla fine, fai rimanere gli altri anche in stallo con te, e possono star soffrendo durante il periodo di stallo... e se alla fine gli eventi portano allo squilibrio, allora fai soffrire ancora di più... per il periodo di attesa e per la fine infelice per qualcuno. Meglio prendere, per quanto sia dura, una decisione, per quanto possibile, in fretta. O almeno mettere bene in chiaro tutte le carte e che si decida insieme, tu con gli altri.
D: già peró magari gli altri occultano qualcosa e allora quello che soffro sarò io.
R: quando parliamo di altri a chi ti riferisci?
D: beh un po' con tutti, amici, ex, colleghi, etc.
R: quindi è qualcosa che riguarda tutto l'intorno, no?
D: si.
R: alla fine forse dovresti essere contento di quello che fai ed essere chiaro e leale con te stesso e con il tuo intorno. Se alla fine qualcuno occulta qualcosa, beh quello che perde sarà più lui che tu, te l'assicuro.
D: logico, peró difficile da accettare.
R: provaci e mi dirai.
D: ok.
Ore 13.03
R:

Thursday, May 3, 2007

Rispondendo alle domande...

Ore 12.20
D: 'ngiorno
R: buongiorno, allora come andiamo?
D: ma... mi han detto che "estoy como una cabra".
R: cioè?
D: mah, sembra che ultimamente parlo molto, sto un po' accelerato.
R: può darsi. Sai perché?
D: beh, durante la settimana sono super occupato e cerco di fare mille cose, tra lavoro, volontariato, amici e sport tra tennis e vela... non ho un momento libero e quindi vado a mille. Il fine settimana poi mi fermo e penso, pero se penso scrivo, pero poi mi viene voglia di fare cose e me apunto a qualsiasi attività.
R: non volevi questo?
D: si, realmente si.
R: beh, bene no?
D: si peró a volte ho paura che ad esempio quando faccio qualcosa con quelle del volontariato, magari non è solo per amicizia o per stare insieme, non vorrei che ci fosse qualche altra intenzione.
R: ah... questo non va bene...
D: no, mi preoccupa un po', peró solo è questione di essere chiari e vedere come va.
R: parlando d'altro, abbiamo qua una nuova intervenzione della lettrice esterna:

Trinacria:
> R: e la tua ex?
> D: beh dovrebbe rispondere lei a questo punto...
Non si capisce bene a quale punto ti riferisci…
D: si parlava del sentirsi soli... e di come saper stare bene anche da soli e non aver fretta di occupare lo spazio con una/uno qualsiasi.

Trinacria:
Suppongo che parli di occultare cose per non fare male alla tua ex. Secondo te, quali temi potrebbero fargli male?
D: tutti quelli relazionati con altre donne, soprattutto una in particolare. È normale in una situazione di crisi. Non è normale in una situazione di stabilità.

Trinacria:
La solitudine cercata non per forza é per pereza di cercare altri, ma perché ti piace stare con te stesso, e godi della tua stessa compagnia. Questo ti permette, fra l’altro, di scegliere con piú cura le tue compagnia.
D: si, peró a volte ti rifugi nella solitudine, o nel credere nel piacere della solitudine, perché non hai la forza di avere compagnie o cercarti compagnie. L'accetti perché è facile. Bisogna distinguere i casi.

Trinacria: Perche pensi a mille modi di recuperare la tua ex, se dici che non sai cosa senti per lei? La vuoi recuperare solo perché hai paura della solitudine e sai che lei ti ama e ti ascolta, o perché in effetti senti qualcosa per lei, e vuoi recuperare lei perché é lei, non solo un’ascoltatrice?
D: è quello che sto analizzando. Quando penso, penso a recuperare la mia ex, perché mi dava molto di quello che avevo bisogno, soprattutto nell'ultimo periodo. A parte qualche momento di crisi dovuto ai dubbi, siamo tornati ad essere allegri, ad aver voglia di fare cose insieme, tanto lei come io. Penso, che bello sarebbe fare questo con lei, pero poi penso che lei non ce l'ho e quindi sfuma... Posso dire che questo è perché sento qualcosa?

R: hai risposto parzialmente alle domande.
D: si lo so...
R: perché?
D: perché ci sto lavorando...
R: continuamo a lavorare allora.
Ore 12.43

Tuesday, May 1, 2007

Un'altra possibile lettrice

Ore 0:55
R: credo che, a parte tu ed io, ci sarà ogni tanto un'altra lettrice.
D: mi devo preoccupare?
R: spero di no. Peró cerca di non controllare quello che scrivi per via della nuova lettrice.
D: non sará facile, pero ci provo.
R: ok, se non ci riesci, fammi un segnale e occultiamo quella parte.
D: uhmm, va bene.
R: allora come va?
D: bene, ho parlato con la mia ex. Dovevo scusarmi. So che non dovevamo più sentirci e vederci, l'ho trattata troppo male e non potevo non sentirla più senza almeno scusarmi con lei e dirle quanto mi dispiaceva.
R: e lei?
D: mi ha detto che grazie e che era ora, che forse qualcosa in me sta migliorando.
R: buon segno no?
D: si ci spero. Un impulso a migliorare ancora di più. E poi volevo sapere qualcosa di lei.
R: hai saputo?
D: si ho saputo. Mi ha chiesto se le mancavo.
R: e tu?
D: le ho detto che si, molto. Beh è un po' quello che avevo scritto nei blog anteriori.
R: si e poi?
D: le ho raccontato del blog. E poi le ho passato il link.
R: allora già sai chi è la nostra possibile lettrice.
D: si...
R: che altro ti ha detto?
D: che è dimagrita molto. Giusto adesso che stava perfetta. E che si è comprata un vestito completamente rosso che gli sta da favola... quando ho pensato che altri l'avrebbero vista così mi hanno fatto invidia.
R: glielo hai detto?
D: no.
R: ah.
D: peró poi mi ha detto che magari il vestito lo "estrenará" per me. Per me! Non ci potevo credere quando me lo ha detto... pensa a me e fa cose per me nonostante tutto.
R: glielo hai detto che ti ha fatti piacere sentirlo?
D: no.
R: bravo fesso.
D: beh magari gliel'ho detto indirettamente. Spero abbia capito lo stesso.
R: può darsi.
D: ero combattuto perché mi sarebbe piaciuto vederla e gliel'ho detto. Pero giustamente mi ha detto che non era il caso. Troppo facile cavolo. Non so perché a volte mi viene la impazienza. Devo riuscire ad essere più sereno e logico. Impulsività si va bene, peró con parsimonia. Un pezzetto alla volta.
R: si un pezzetto alla volta...
D: ci riuscirò, ne sono certo.
Ore 1:06
R:

Monday, April 30, 2007

Gli argomenti: solitudine

Ore 11:55
D: rieccomi.
R: rieccoci.
D: ho preparato una lista di cose su cui vorrei parlare. Ci stavo pensando ieri e me la sono scritta su un foglio.
R: ok, dimmela.
D: solitudine, decisioni, sesso, cellulare, inquietudine, passione-relazione, apprezzare quello che si ha.
R: uhmmm... vuoi iniziare da qualcuna in concreto oggi?
D: andiamo in ordine?
R: andiamo in ordine. Solitudine quindi.
D: mi sento comodo con la solitudine. Mi piace fare cose da solo. Stare da solo... peró a volte è un po' pesante. Esagero e mi converto in asociale. Forse per paura. O semplicemente per "pereza".
R: analiziamo meglio sto punto. Ci sono molti punti da toccare. E non bisogna confondere. Prima di tutto c'è la solitudine cercata, e poi c'è la paura della solitudine. La prima ovviamente può essere positiva. La seconda è negativa.
D: si giusto. Se vuoi iniziamo dalla seconda. Forse è più critica ma sembra più facile da analizzare.
R: avanti allora. Dimmi cosa ti fa paura della solitudine.
D: come tutti, a volte uno ha paura di essere lasciato solo. Di guardarsi intorno e non trovare nessuna persona cara. Nessun amico e nessuna ragazza. L'altro giorno ne parlavo anche con una amica (sempre la stessa). La paura di essere senza una ragazza. Beh per lei ovviamente sarebbe sola senza un ragazzo. Il fatto di essere già a 30 e passa e non aver trovato la persona che ti può stare accanto, può indurre paura e quindi abbandonarsi e prendere la prima coppia che capiti. Beh io personalmente non credo di averlo mai fatto peró devo ammettere che ci penso a volte. Potrei stare un periodo senza una coppia? Ci sono già stato vari periodi della mia vita e non sentivo la pressione. Fino a due anni fa sono stato da solo per 2 anni e, va beh, non stavo benissimo, peró non sentivo la mancanza di una donna.
R: cosa sento adesso dopo la "perdita" della tua ex.
D: mi sento solo si.
R: può entrarti paura e magari buttarti in un'altra relazione solo per la paura di rimanere senza altre possibilità in futuro?
D: puff. Bella domanda. Vediamo come rispondere. Non credo. Sempre ho scelto le mie coppie con parsimonia, quasi scelte con il microscopio, dopo varie analisi e periodi di prova. Niente "ci provo e vedo". Quindi per esperienza direi di no. E qui poi entra in gioco la seconda parte. Mi piace fare cose anche da solo, non vedo perché no.
R: dicevi che ne avevi parlato con la tua amica.
D: si ne abbiamo parlato. Lei dice che possibilità ce ne sono sempre, uno potrebbe prendere il primo che capita e problema risolto. La parte difficile non è trovare qualcuno, ma non trovarlo. La gente tende a prendere il primo che capita. L'esempio sono i vari web di incontri. Alla fine, non so se è una parola troppo forte, peró la "disperazione" ti fa fare cose che prima non avresti mai fatto. Alla fine se uno vuole fare qualcosa, non c'è bisogno di farlo in due. Mi raccontava di una amica che è andata a Parigi a vedere non ricordo che spettacolo da sola e non c'erano più biglietti... beh una persona le ha offerto il suo che ne aveva due e sono entrati insieme. Problema risolto. Giusto un esempio facile per dire che alla fine puoi fare le cose da solo, l'importante è farle, poi se hai voglia di farle con qualcuno, beh sempre si può trovare.
R: e la tua ex?
D: beh dovrebbe rispondere lei a questo punto...
R: altri esempi.
D: beh, io stesso l'altro giorno sono andato ad una esposizione. Nessuno voleva accompagnarmi e sono andato da solo... mi sono animato così tanto che poi sono andato per negozi a far compere. Poi peró parlandone con un amico, ecco che sale che è stato solo una volta a una esposizione di foto... beh la prossima volta so già chi invitare se voglio andare con qualcuno. All'inizio mi prendeva per pazzo quando gliene ho parlato, peró alla fine l'ho convinto. È sempre meglio che stare davanti al nulla a pensare a come occupare il tempo...
R: cioè?
D: suppongo che qua entra in gioco la prima parte della solitudine. Quella cercata. Uno cerca il suo spazio di solitudine, dove mettere i suoi pensieri, i suoi interessi, etc. Peró a volte questa solitudine è più un riflesso che una volontà. Stai in solitudine non perché ti piace starci così tanto, ma solo perché è più facile che cercare qualcuno con cui dividere il tempo. Alla fine ti sembra di forzare la situazione cercare qualcuno visto che a te non ti cercano.
R: e la tua che tipo è?
D: suppongo che mi piace la solitudine peró mi piacerebbe fare più cose in compagnia... quindi a rimboccarsi le maniche e prendere l'iniziativa.
R: mi sembra giusto.
D: sono un po' stancuccio, che ne dici se la lasciamo qua e la riprendiamo in un altro momento?
R: ok, pero se ti metti a pensare, ricordati di scriverlo.
D: prometto.
Ore 0:44


Sunday, April 29, 2007

Terzo incontro

Ore 9.19
R: allora credi di fare progressi?
D: ma non lo so mica. Sto cercando di occupare tutti il tempo libero che ho facendo cose. Così non penso a dove mi sono andato a cacciare.
R: fai bene. Ma ricorda che devi anche imparare a capirti, non limitarti a distrarti e cercarti. Non è cattivo pensare.
D: la stessa cosa che mi ha scritto la mia ex 5 giorni fa. Il suo ultimo messaggio.
R: che fai li conti? Sei un po' paranoico no?
D: già. Lo so. Sono in quella fase in cui mi manca da morire. Da vederla spesso a non vederla più mi fa star male. Suppongo che è una sensazione normale che passerà con il tempo. Prima mi devo sistemare, fare la mia vita. Trovarmi una casa, perché non posso continuare a vivere in una stanza minuscola senza il mio spazio. Ho bisogno di avere un posto da identificare come casa mia. E nel mentre un passo alla volta cercare di aprire un po' l'intorno. Peró è difficile stando da soli.
R: peró se stessi con qualcuno...
D: ... già non farei niente, o meglio starei più tranquillo e non metterei tanta forza per cambiare, per cercarmi, ritrovarmi, riuscire a vedere qualche spiraglio nel futuro e montare qualche progetto. Quindi ora come ora devo star da solo, mi devo sforzare per mettere retos nella vita. Per obligarmi a fare passi verso qualcosa. Che facile che era per la mia ex farli. Era incredibile. Si faceva la sua lista di propositi e lottava per raggiungerli. Peró alla fine neanche lei era molto serena, era sempre super preoccupata, soprattutto del lavoro, ma anche di altro. Mi diceva che la unica cosa che la faceva star felice eravamo noi... E io stupido non capivo. Ero arrivato a pensare che non mi amava. Già l'ho detto no? Beh si, pensavo che non mi amava... e invece lei me lo diceva con queste parole... era felice perché c'ero io!! Io!! Me lo diceva a me. E io li cretino... peró l'ho capito che mi amava, o si che l'ho capito... tre mesi siamo stati in crisi fino alla separazione definitiva... me lo ha dimostrato tutti i giorni. Era diventata quasi un'altra persona. Facevamo cose insieme, ci piaceva moltissimo vederci, voleva lottare per noi... eravamo arrivati a desiderare le stesse cose in varie ambiti... pero io ancora li senza sapere se l'amavo... ma si può?
R: non te la prendere, siamo qua entrambi per ritrovarti. Il tuo problema è che pretendi che la tua ragazza occupi gli spazi non coperti dal resto delle persone del tuo intorno. Tendi con il tempo ad escludere altre persone per metterci solo la tua ragazza, e questo deteriora. Non puoi pretendere che lei sia sempre li, che occupi tutti gli spazi vuoti che crei nella tua vita. Per star bene si ha bisogno di un intorno eterogeneo. La pressione che fai sopportare alla tua ragazza alla fine crea malessere.
R: si è quello che sentivo. Stavo male perché non occupava tutti gli spazi della mia vita. Se pensavo di fare qualcosa, quel qualcosa me lo immaginavo con lei. Se pensavo di parlare, pensavo di parlare con lei. E che mi son messo in questa relazione interamente dedicato a lei. Ci contavo molto. Dopo un intento di inizio un po' turbolento dovuto a varie cose che già mi fecero un po' male e che ovviamente non espressi fino a molto tempo dopo, alla fine mi buttai di testa interamente. Ero 100% per lei e lei lo era per me.... e con il tempo io sono passato al 150% per lei... ed è iniziato il malessere... e che io non avevo nient'altro... era 150% per me perché non avevo altro. Non avevo una vita su cui appoggiarmi eccetto cose super puntuali. Poi magari un giorno parlo anche del mio malessere con il telefonino... del perché ce l'ho sempre scarico o perché non lo sento quando suona e altre cose del genere. Altra cosa di cui devo parlare con uno psicologo.
R: lo faremo prossimamente.
D: ok. Me lo segno
R: quindi devi fare ste cose da solo.
D: beh da solo no. Sto cercando di ritrovare alcuni amici e trovarne di nuovi.
R: e come procede?
D: bene direi. La settimana scorsa ho ritrovato una amica... una ex di molti anni... strana sensazione rivederla. Non è cambiata molto.
R: e cosa hai sentito per lei?
D: forse è meglio analizzare sta domanda prossimamente, tanto adesso come adesso potrei dire una cosa e tra una settimana dirne un'altra e poi un'altra ancora... se non mi capisco, ogni volta posso dire una cosa diversa... lo stesso facevo con la mia ex.
R: già... se uno non ha sentimenti...
D: ... non ho sentimenti?
R: jeje... era ironico. Non è che non hai sentimenti. È che non sai riconoscerli.
D: si la mia ex per venirmi incontro mi fece una formula matematica. Visto che sono ingegnere magari la logica mi avrebbe aiutato a capirmi.
R: è servito?
D: no. Peró mi è piaciuto l'intento.
R: e quindi parlavi di sta amica.
D: si. Abbiamo parlato molto. Lei mi ha parlato del suo ex, io le ho parlato della mia ex, che è stata anche sua amica e diciamo che c'è stata una crisi tra loro basicamente dovuto a me. Una (la mia amica) pensava che l'altra (la mia ex) mi veniva dietro quando io stavo con la mia amica e che voleva rubarle il ragazzo (cioè io) e quindi per paura si è distanziata. L'altra (la mia ex) si è incavolata per il distaccamento e perché la prima non ne ha voluto parlare con lei ma semplicemente l'ha ovviata. Se ci penso... altro problema di incomunicazione dovuto ai sentimenti... vedi io vedo ste cose e dico è normale, io avrei fatto lo stesso. Peró applicando la logica, sarebbe stato meglio parlarne e se si è amici essere super sinceri anche se si fa del male. Peró no. Un taglio e via. Alla fine tutti hanno lo stesso problema. E questo mi motiva di più ad essere diverso. La mia ex è diversa, lei le cose le dice, così diretta che perturba. A volte sembra lei l'ingegnere.
R: dicevi allora della tua amica.
D: ah si. Che abbiamo parlato molto. Le ho raccontato della mia storia con la ex, lei mi ha raccontato la sua con il suo ex. Lei ovviamente è un po' diciamo "coinvolta", adesso ad esempio ha la sensazione che le sue paure di quando eravamo insieme che la mia ex si mettesse in mezzo tra noi erano fondate. Peró tra una storia e l'altra sono passati due anni... le cose cambiano in due anni. Comunque. A parte questo è stato piacevole parlare con lei. Le ho raccontato un po' le mie paure, la mia incapacità di pensare ai progetti "naturali" del genere umano (comprare una casa, sposarsi, lavoro fisso, etc.) come semplici orrori. Un forte vade retro satana! E lei diceva che anche per lei è lo stesso adesso. Peró è per la incapacità di saper costruirsi progetti a lungo termine. Lei ad esempio adesso come adesso pensa solo al giorno per giorno. Niente progetti a lungo termine. Ogni giorno un giorno in più da dedicare alla sua tesi, ai suoi amici, alle sue attività culturali, etc. Vivendo così riesci a sopravvivere dice. Ha trovato anche un ambiente che sembra perfetto per lei. Una piccola città senza "agobios", la maggior parte dei suoi amici entrano a casa sua quando vogliono, conosce praticamente tutti, si danno una mano uno con l'altro. Diciamo che il suo intorno è bello e spontaneo... ho provato un po' di invidia sinceramente. Peró è stata anche onesta a dirmi che ogni tanto ha crisi, si sente un po' persa, che magari se avesse una coppia starebbe meglio, peró poi pensa che già stava con qualcuno, e questo qualcuno le toglieva il resto della vita, faceva quello che non voleva fare, non poteva vedere amici, non aveva il suo spazio. Quindi mi raccontava che, dopo varie crisi, litigate, urla, ha preso coraggio e si sta ricostruendo la sua vita. E adesso sta super bene. Eccetto come dicevo momenti di crisi, che peró quando sono super forti, chiama un amico e ne parla e sta meglio. Cosa che ad esempio io non ho potuto mai fare o fare solamente superficialmente. Se stavo in crisi, me la tenevo.
R: e a te che effetto ha fatto? Hai sentito che magari c'era una seconda possibilità per te?
D: mi ha fatto invidia per la sua vita, con tanti amici e appoggi. Penso a come potrei fare una cosa simile qua e non lo vedo. Impossibile, questa città non me lo permetterebbe pensavo. E gliel'ho detto. Mi ha detto che può darsi, peró può darsi di no. Già dicevo io, peró se ho una casa mia e dico ai miei amici attuali di venire, di fare qualcosa, solo per stare un po' insieme, creo che mi direbbero che no. Che palle andare fino li, sto bene a casa mia, preferisco non spostarmi, etc. Peró non è detto che tutti siano così... vediamo come riesco a montarmi la mia vita a partire da adesso.
R: non hai risposto alla seconda domanda.
D: non ho pensato a una seconda possibilità. Per essere sincero, questi giorni ho anche dormito due notti con lei perché era un palo fare su e giù da dove stava lei che si tarda una ora e mezza. E abbiamo dormito insieme. Semplicemente dormito. Sensazione strana.
R: facciamo uno sforzo su sto punto allora. Spiegati meglio. Sensazione strana significa poco. Cosa hai provato prima di tutto?
D: semplicemente ci è sembrato naturale mentre si parlave di cambiarci con pudore, di mettersi a letto, fissare la sveglia, spegnere la luce e dire buonanotte. Finito. E la sensazione che fosse naturale, la unica cosa da fare... Nessuna passione. Nessun impulso di saltare addosso all'altro. Nessuna attrazione. Sembravamo quasi come una di quelle coppie che dopo mille anni insieme, vanno a dormire per l'ennesima volta insieme senza il benché minimo segno di emozione. O semplicemente come due amici che vanno a dormire insieme.
R: quindi bene no?
D: si, realmente bene. Abbiamo anche parlato un po' del passato. Che anche noi avevamo problemi di comunicazione quando stavamo insieme. Che a differenza delle nostre ultime relazioni, noi due non litigavamo mai. Facevamo le cose insieme. Ci sembrava che ci bastassimo... peró alla fine è finita... niente più passione da vari mesi, niente comunicazioni, o meglio lei ci provava, io ci provavo peró quasi in silenzio. E finisse li. Lei mi ha detto che ci ha messo tre anni per dimenticarmi, che solo adesso le è sembrato naturale ristabilire come un contatto tra di noi, semplicemente perché adesso lei non si fa problemi. Ha ristabilito contatto con praticamente tutti gli amici del passato che gli interessavano. Che dopo vari anni li dove sta adesso, con l'intorno che si è creata, sa che un amico è utile per qualsiasi cosa, che alla fine tutti vogliamo avere contatti con la gente, peró nessuno fa mai il passo d'inizio. Beh lei adesso lo fa senza farsi problemi. Se una cosa la vuole, la chiede. E se le dicono che no, beh pazienza. Beh, io le ho raccontato che per me invece sono stati due anni di crisi e di rigetto da qualsiasi relazione fino al famoso contatto con la pelle della mia ex. In quel momento sono suonate tutte le campane della storia. Un ribollio nel sangue...
R: e quindi?
D: e quindi mi buttai li felicissimo in questa nuova relazione.
R: che è finita...
D: che è finita per gli stessi, o quasi, errori di sempre. La comunicazione. La mia incapacità di spiegare le mie paure, di essere franco, questa sensazione che magari dicendolo sembri debole, quando realmente sei un debole se non le dici.
R: già.
D: peró poi durante sto ultimo periodo si è parlato molto. Sono uscite molte cose, e parlando parlando ci siamo capiti di più.
R: si e allora perché vi siete separati?
D: perché sono imbecille. L'ho trattata male. Lei mi diceva che quando starò più sereno capirò quanto l'ho trattata male. Peró veramente l'ho sempre saputo. Peró credo che lo facevo quasi apposta perché fosse lei a voler prendere le distanze da me e non io da lei. Perché non ce la facevo. Sapevo che stavo perdendo qualcosa di importante, peró sono masochista forse. Volevo toccare il fondo per obligarmi a riprendermi, riprendere la mia vita e rimetterla apposto interamente. Vedere di essere così disperato da combattere. E bravo, combatti per la tua vita e non combatti per lei.
R: e adesso come ti senti?
D: adesso come adesso sono combattuto. Ogni giorno penso, le scrivo, non le scrivo, le scrivo, non le scrivo. Se le scrivo e non mi risponde... Se le scrivo e mi risponde vattene a cagare... Se le scrivo e mi risponde e sta già con un altro.... Se le scrivo e mi dice che sta bene e non vuole vedermi... Non so. Non vuole essere mia amica quindi... non posso scriverle solo per sapere come sta.
R: certo.
D: che ne dici se continuiamo un'altra volta.
R: ok alla prossima
Ore 10.08

Saturday, April 28, 2007

Secondo incontro

Ore 10.03
D: auuuuhhnnnnn, un po' presto no? Sono passate solo 5 ore...
R: si però non si ouò dormire in questo stato, se stavi già parlando e montandoti discorsi da solo, era il momento di riprendere da dove si era arrivati ieri. Non dobbiamo lasciar intrascritte queste opportunità. Se si è insereni, si dorme poco. Già si avrà tempo di recuperarlo quando si starà meglio. Dar vueltas inutilmente nel letto in questo stato serve a poco.
D: come dici tu...
R: perfetto, quindi proseguiamo. A cosa stavi pensando?
D: a mille modi per recuperare la mia ex.
R: uhmmm, e perché ci pensi e non fai niente.
D: beh, si è decido di non vedersi più da lunedì e da allora continuo a pensare a lei. A sognarmela, a pensare che, dei progetti che lei parlava e io vedevo come nebulosi, magari si che mi interessano, a pensare a quanto mi piaceva vederla ridere, incavolarsi e darmi un pugnetto quando ridevo su qualcosa che le era successo, e soprattutto me la sogno facendo l'amore con me... e questo è quello che mi blocca di più.
R: perché?
D: perché sono incapace di capire cosa provo per lei.
R: perché ti ritieni incapace?
D: non lo so, ci penso continuamente, va di moda dire che si è apatici, peró mi sa che è solo una maniera di nascondersi.
R: in che senso?
D: non so, nel senso che mi chiudo in me stesso e non mi analizzo con il dovuto rispetto o forse semplicemente non ne sono capace.
R: come mai?
D: cavolo con sta serie di domande mi sembri lei, perché? in che senso? come mai?
R: ti faceva molte domande?
D: beh voleva continuamente capire molte cose e chiedeva sempre perché, voleva essere sempre sicura.
R: voleva essere sicura su tutto no?
D: si, per lei tutti i nostri problemi, gli ultimi tre mesi, la crisi, etc. si sarebbero potuto risolvere insieme, stando insieme, e quindi per farlo lei voleva solo che io le dicessi che la amavo. Questo le avrebbe dato la sicurezza e la forza per aiutarmi.
R: e tu che dicevi?
D: io le dicevo che non lo sapevo, che mi attraeva moltissimo, peró che non riuscivo a sentire quello che desideravo sentire.
R: visto che l'hai ripreso, spiegami sta cosa del che ti attraeva e ti spaventava che mi hai detto prima. Continuiamo su questo tema.
D: beh si mi attraeva... da quando la accarezzai la prima volta, semplicemente un dito passato per la vita... da allora impazzivo ogni volta che sentivo la sua pella, non potevo vivere senza toccarla almeno una volta al giorno.
R: e con il tempo è passato.
D: e quello che uno si aspetterebbe suppongo, peró no. Ogni giorno che passava, mi attraeva di più. E gli ultimi tre mesi ancora di più. Ogni volta che la sento vicino, sento il suo profumo naturale, le accarezzo i capelli, il collo... pufff sensazioni che sono fortissimi.
R: peró questo non è amore.
D: non credo. Lei diceva che comunque era un punto di partenza, peró non possiamo dire che è amore.
R: direi di no.
D: e quindi sono qua senza saper capire se amo una persona o no.
R: quindi il problema è solo con lei?
D: no, in questo momento, o meglio quasi sempre nella mia vita sono stato poco capace di esprimere i miei sentimenti. Mi ricordo quando facevo le medie che la mia prof di italiano mi diceva che sapevo scrivere bene, peró non mettevo mai niente di sentimentale nei miei temi. Non parlavo mai di come mi sentivo io o come si sentivano i miei personaggi. Tra l'altro mi diceva anche che avevo il sangue freddo, non traspariva nessuna preoccupazione, incluso durante gli esami, si meravigliava della mia capacità di non alterarmi o innervosirmi. Anzi davo l'impressione di noia, quasi sfacciatezza di fronte agli esami.
R: quindi è qualcosa che trascini da tempo.
D: suppongo che sono fatto così e ho convissuto con sta parte di me tutti questi anni.
R: torniamo alla tua ex. Che altro ti diceva?
D: mi diceva anche che mi mancava empatia, oltre a non esprimere sentimenti o descrivere i miei sentimenti, non riuscivo a capire neanche i suoi. L'ultimo giorno mi ha detto che quando finalmente saprò cosa ho fatto in questi ultimi tre mesi, capirò il male che le ho fatto. Mi ha detto questo super serenamente, sembra che già sia riuscita a girar pagina e proseguire. Mi ha fatto molto male, questo si che l'ho sentito... peró sono stato incapace di mostrarlo, di esteriorizzarlo o semplicemente dirglierlo.
R: probabilmente hai fatto male.
D: probabilmente non volevo farle vedere che soffrivo.
R: quindi qualche sentimento lo senti.
D: si, soffrire che bello!
R: è qualcosa.
D: si ma sempre mi sono sentito un sofferente. Sembra quasi che la cerco la sofferenza. Io vorrei sentire qualcosa di positivo anche cavolo. Giusto ieri ne parlavo con una amica. Del fatto che ad esempio, so emozionarmi moltissimo se vedo qualche spettacolo della natura. Un semplice tramonto, dei colori particolari in un prato, un gatto che mi guarda sfidante, anche il semplice scendere dell'acqua dal rubinetto, non so varie cose. Mi risvegliano sentimenti di allegria, di meraviglia, guarda incluso di amore verso questo mondo così particolare, così pieno di eventi. Peró non mi succede la stessa cosa nell'ambito sociale. Zero assoluto. Beh, zero no, a volte provo sentimenti di rabbia o incavolatura verso eventi particolari, peró nel mio interno intimo diciamo, non riesco a liberarmi di questa pellicola che mi ricopre.
R: e la tua amica che diceva?
D: diceva che non è che non provo niente, è che ho paura, paura che gli altri mi vedano, mi scoprano. È un atteggiamento di paura verso le altre persone. Che sono incapace di aprirmi verso gli altri, che è più facile vivere senza mescolarsi con la gente. Se hai il tuo mondo interno solo per te, non ti apri, gli altri non vedono che hai momenti di debolezza, quindi sembri o almeno ti senti più forte di quello che sei... peró ti perdi moltissimo del mondo e rimani come emarginato. Ed è quello che sono adesso suppongo. Mi sento emarginato e mi autoescludo. È come se avessi avuto sempre paura di avvicinarmi troppo alle persone.
R: uhmmm mi sembra una buona analisi.
D: si anche a me. Peró avrei bisogno di parlare di questo con la gente, per aprirmi, sapere di avere una persona o meglio varie persone intorno con le quali poter aprirsi... ho voglia di farlo. Ci stavo provando con la mia ex. Peró non posso farlo con lei e solo con lei. Siamo troppo involucrati in sta storia. Non posso parlare di me con lei sulla nostra storia o anche su varie cose, fare piccoli passi ed iniziare ad aprirmi un po', capirmi meglio, come potrei sentirmi a mio agio e parlarle apertamente? Starei continuamente pensando quello che dico, magari evitare di parlare di alcune cose, omettere altre, solo per non farle male o per non far male a me perché magari poi si allontana ancora di più... Sai, la mia ex c'ha un caratterino a dir poco vulcanico.
R: c'ha i suoi vantaggi.
D: si, lei si che è capace di far vedere apertamente cosa sente. Fa di lei una persona molto sentimentalmente spontanea.
R : quindi?
D: quindi dicevo, ho bisogno di parlare con più gente, di creare al mio intorno un ambiente più aperto a ste cose... se continuo così impazzisco probabilmente e invece di uno psicologo avrò bisogno di un psichiatra. Se mi guardo intorno vedo che i miei amici sono come me. Non parliamo mai di quello che sentiamo, delle nostre paure, dei timori, dei sogni, dei desideri. Veramente ci ho provato a intavolare qualche discorso con due amici, pero niente, quasi mi prendono per pazzo. Io cerco di raccontare cosa sento, faccio domande su come si sentono loro. Peró non dicono niente di loro. Le varie cose che ci passano le prendiamo sempre sul ridere, non riusciamo a parlare seriamente. Non so, mi sono creato intorno a me un mondo che è come me... e viviamo con la nostro bel mantello antisentimento. E adesso penso a cose che diceva la mia ex su un amico. Lui si vedeva o a dirla come realmente era, lui faceva l'amante di una ragazza che, vivendo lontano, vedeva poco. Lei viveva con il ragazzo e ogni tanto lui andava a trovarla o lei veniva qua. La mia ex non capiva come potesse fare una cosa del genere. Come riuscisse a mantenere una "relazione" di questo tipo senza trasmettere ai suoi amici nessun tipo di preoccupazione. Senza confidarsi, senza commentare, nulla. Viveva o meglio lasciava che le cose trascorressero. E io non capivo la mia ex, pensavo, beh se lui vuole che sia così, magari gli piace essere l'amante. E qui viene quello che io allora non capivo. Io pensavo magari gli piace così... Non capivo il perché di tanta preoccupazione... Peró adesso capisco, la chiave sta nel "magari"... Perché non glielo chiedevo? Sapevo perché lo faceva? Sapevo se gli piaceva o no sta situazione? Ne avevamo mai parlato? No. Lo davo per scontato. Se è così sarà perché lo vuole dicevo. Risposta facile a un problema complesso. Sono ingegnero e sono stupido... sono sentimentalmente un ignorante.
R: beh stai facendo passi avanti.
D: se lo dici tu.
R: beh sembra che qualcosa stia capendo. Magari scrivendo tutti sti pensieri un giorno tu riesca a trovare un equilibrio sano.
D: speriamo. E quindi dicevo, sono circondato da un mondo di persone che ridono, escono, fanno cose insieme, pero non si parlano veramente. Ognuno ha i suoi sentimenti, le sue preoccupazioni e se le tengono. Io credo di essere arrivato a un punto che non ce la faccio più. Ho perso troppe cose che la vita mi ha offerto per la mia incapacità di essere libero ed aperto.
R: quindi cosa stai facendo per andare avanti?
D: cerco persone diverse, che essendo nuove mi vedano diverso da come mi vedono i miei amici. E con loro iniziare subito a mostrarmi un po', a volte sono un po' estremista e butto tutto li di colpo. Peró sto iniziando vediamo come va.
R: quindi nel tuo intorno non c'è mai stato nessuno con cui sia riuscito a scambiare le tue paure, preoccupazioni, sogni, etc.
D: no. Suppongo che sono così perché con i miei genitori sono così. Non so se è dovuto a come sono loro o per come mi hanno educato o semplicemente tutto il mio intorno è sempre stato così e l'ho accettato e non ho voluto cambiarlo...
R: non ti preoccupare, l'importante è essere predisposti adesso, oggi, nel presente, a costruire qualcosa che ti faccia sentire meglio. Il passato passato è, come dico sempre, non è importante cosa sia successo nel passato, l'importante è che a partire dal presente tu sia il governante di te stesso.
D: si... lo dicevo anch'io alla mia ex. Non mi importa cosa sia successo nel passato, che amici abbia frequentato o con chi tu sia stata. L'importante è che a partire dal presente, tu stia con me.
R: già. E quindi dicevamo, cosa stai facendo.
D: beh come dicevo sto cercando un intorno diverso, più diversificato, che mi faccia sentire sereno con me stesso.
R: progressi?
D: beh ancora non lo so. Peró da un po' di tempo, qualcosa sto riuscendo a fare. Ad esempio parlo spesso con mio fratello delle nostre preoccupazioni sentimentali. Ci diamo consigli, ci diciamo le nostre paure. Mi sento più vicino a lui ultimamente. Anche se poi lui è un po' troppo fisso sull'idea del fisico come punto più importante di una donna... è un po' maniaco del fisico e si lamenta un po' di quello della sua ragazza... e se uno la vedesse, beh il suo fisico è praticamente perfetto. Va be, sono 9 anni che esce con la stessa persona, magari uno potrebbe anche capirlo che dopo 9 anni, ti attraggano altre donne che magari sono più brutte della tua... peró come dicevo prima, e giusto per divagare un po'... beh difficile comparare, pero io era due anni e 5 mesi (anche se gli ultimi tre sono stati di crisi e separazione) che stavo con la mia ex, e ogni giorno mi attraeva di più. Il giorno prima della separazione definita, era li vestita con una camicia rossa fuoco e puffff, era uno schianto, e, anche se lei diceva che no, la trovavo sempre super seducente con quella sua maniera di non esserlo pero esserlo. Fine della divagazione.
R: si fine torniamo a tuo fratello e il tuo intorno.
D: si dicevo. Parlo anche spesso con una amica, con la quale mi scrivo da oramai 17 anni... ci siamo conosciuti che ne avevamo 16! incredibile e noi ancora li a scriverci. E con lei mi apro. Era da circa un anno e un po' che le spiegavo come mi sentivo con la mia ex quando vivevamo insieme. Le dicevo come mi sentivo trascurato, come mi sentivo quando la mia ex diceva che voleva avere ammiratori per sentirsi meglio (anche tu puoi sent....irti meglio! momento publicitario...), nonostante il fatto che le dicessi ogni giorno che era bella, che per me era bellissima, che mi attraeva moltissimo, etc., e io li con la sensazione che era tutto inutile, che dirglierlo non le serviva, come se glielo avessi detto un muro, quando si è dimenticata del mio compleanno, le mie preoccupazione sulla nostra storia, che, anche se mi diceva che mi amava, ero arrivato a pensare che non mi amava, e tutto questo lo dicevo alla mia amica. Suppongo che sono preoccupazioni normali in una coppia.
R: e perché queste cose non le dicevi alla tua ex?
D: bella domanda. Perché sono cretino. Avevo paura di dirglierlo. Preferivo dirle ad una amica che a lei.
R: credo che tu adesso sappia che hai fatto male no?
D: si lo so. Peró ho fatto un passo in più rispetto al passato. Di nuovo non sono riuscito a parlarne con la mia ragazza, pero almeno adesso ne parlavo con una amica. Cavolo, sentivo qualcosa e riuscivo a comunicarmi!! Ripensandoci mi sento un po' più orgoglioso di me stesso.
R: non esserlo troppo, che alla fine hai fatto un passo si, peró sbagliato. Vediamo un po' se la prossima volta fai il passo giusto.
D: quale prossima volta?
R: ne parliamo un altro giorno.
Ore 11.27